Per l‘edizione 2022 dell’Indice di Digitalizzazione dell’Economia e della Società (DESI) l’Italia si colloca al 18º posto fra i 27 Stati membri dell’UE.
Terza economia dell’UE per dimensioni l’Italia è uno dei Paesi chiave nella trasformazione digitale per consentire all’intera UE di conseguire gli obiettivi del decennio digitale per il 2030. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che è il più ampio d’Europa, offre al Paese i fondi necessari per accelerare la trasformazione digitale. Punto di forza del nostro Paese la forte presenza delle industrie e della comunità di ricerca in settori chiave come l’intelligenza artificiale, il calcolo ad alte prestazioni e la quantistica.
Il livello di digitalizzazione dell’UE continua a migliorare e gli Stati membri partiti dai livelli più bassi crescono a un ritmo più rapido recuperando terreno a poco a poco. In particolare, l’Italia, la Polonia e la Grecia hanno migliorato i loro punteggi DESI negli ultimi 5 anni, realizzando investimenti consistenti anche con l’aiuto dei finanziamenti europei.
EUROPA. Solo il 54% degli europei di età compresa tra i 16 e i 74 anni possiede almeno competenze digitali di base: l’obiettivo del decennio digitale è di arrivare almeno all’80% entro il 2030. Inoltre, sebbene tra il 2020 e il 2021 siano entrati nel mercato del lavoro 500 000 specialisti di TIC, i 9 milioni di specialisti dell’UE sono ben al di sotto dell’obiettivo di raggiungere i 20 milioni di specialisti di TIC entro il 2030 e non sono sufficienti a rimediare alla carenza di personale qualificato che sta affliggendo le imprese. Nel 2020 oltre metà delle imprese dell’UE (il 55%) segnalava difficoltà nel coprire i posti vacanti di specialisti in TIC. Questa carenza rappresenta un grande ostacolo alla ripresa e alla competitività delle imprese dell’UE. La mancanza di competenze specialistiche sta inoltre frenando gli sforzi dell’UE per conseguire gli obiettivi del Green Deal. Necessario e urgente lavorare per la riqualificazione e lo sviluppo delle competenze della forza lavoro.
ITALIA. Ancora oggi, però, oltre la metà degli italiani non dispone neppure di competenze digitali di base: sono 26 milioni i cittadini in queste condizioni. Anche la percentuale degli specialisti ICT nella forza lavoro italiana è inferiore alla media UE (3,80% in Italia e 4,5% in Europa), con poche prospettive di miglioramento futuro: il tasso dei laureati ICT in Italia è al 1,4%, mentre in Europa al 3,9% nel 2020.