Questa situazione, da una parte limita i diritti di cittadinanza di milioni di persone, che di fatto si trovano in condizione di esclusione rispetto sia a servizi sempre più digitalizzati, che a opportunità di lavoro che progressivamente richiedono maggiori competenze ICT; dall’altra, penalizza i processi di sviluppo del Paese per carenza di professionalità adeguate.
Per accompagnare l’Italia verso la transizione digitale, ispirandosi all’innovativa e positiva esperienza di partnership tra pubblico e privato sociale del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, è nato il Fondo per la Repubblica Digitale, istituito con il decreto legge n. 152 del 6 novembre 2021, convertito con modificazioni dalla legge n. 233 del 29 dicembre 2021.
Si tratta di una partnership tra pubblico e privato sociale (Governo e Associazione di Fondazioni e di Casse di risparmio – Acri), che si muove nell’ambito degli obiettivi di digitalizzazione previsti dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e dall’FNC (Fondo Nazionale Complementare).
Il Fondo – in via sperimentale per gli anni 2022-2026 – stanzia un totale di
circa 350 milioni di euro
ed è alimentato da versamenti effettuati dalle Fondazioni di origine bancaria.
Alle stesse Fondazioni è riconosciuto un incentivo, sotto forma di credito d’imposta, pari al
L’obiettivo è sostenere progetti, selezionati attraverso bandi, rivolti alla formazione e all’inclusione digitale, per accrescere le competenze digitali e sviluppare la transizione digitale del Paese e migliorare i corrispondenti indicatori del Digital Economy and Society Index (DESI).
Le modalità di intervento del Fondo sono state definite da un protocollo di intesa tra il Governo e l’Associazione di Fondazioni di origine bancaria (Acri).
Il Fondo, attraverso la valutazione d’impatto dei progetti, mira a selezionare i più efficaci – ampliandone l’azione sul territorio nazionale e raggiungendo più persone – per offrire le migliori prassi al Governo centrale da trasformare in policy, da rendere strutturali e permanenti.
Il Fondo per la Repubblica Digitale, inoltre, persegue anche gli obiettivi trasversali del PNRR: la riduzione del divario digitale di genere e di cittadinanza.
Come tutti gli investimenti del PNRR-PNC, il Fondo prevede il raggiungimento di milestone e target specifici e una comunicazione semestrale al MEF delle risorse utilizzate, lo stato di attuazione degli interventi e gli obiettivi conseguiti (come previsto dal comma 7 dell’art. 29 del DL 152/2021).
La governance del Fondo per la Repubblica Digitale è costituita da un Comitato di indirizzo strategico – supportato da un Comitato scientifico indipendente – e dal Soggetto attuatore (Fondo per la Repubblica Digitale – impresa sociale s.r.l.), che ha la responsabilità di pubblicare i bandi, selezionare i progetti e monitorarne l’attuazione.
Il Fondo si muove nell’ambito della Strategia Nazionale per le competenze digitali, la cui elaborazione, attuazione ed evoluzione sono effettuate nel contesto di Repubblica Digitale, il programma strategico nazionale multistakeholder, coordinato dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio, che ha l’obiettivo di ridurre il divario digitale e promuovere l’educazione sulle tecnologie del futuro, supportando il processo di sviluppo del Paese. L’iniziativa agisce con azioni sinergiche e di sistema, mettendo in rete le esperienze e le competenze sviluppate nell’ambito di tutti i settori e di tutte le componenti del nostro Paese. In questo senso, fondamentale è il contributo della Coalizione Nazionale per le competenze digitali, composta da tutti i soggetti, pubblici e privati, che aderiscono al manifesto per la Repubblica Digitale, proponendo azioni concrete, misurabili ed efficaci con l’obiettivo di accrescere le competenze digitali della popolazione. Per saperne di più è possibile consultare il sito repubblicadigitale.innovazione.gov.it.
Per saperne di più è possibile consultare il sito